lunedì 15 aprile 2013

"Potrebbe essere l'ultima volta."

E non saranno mai abbastanza le volte che ti ringrazierò per avermi dato la possibilità di dirti tutto quello che pensavo ogni volta che ne sentivo il bisogno. Sei l'unica persona che n'è andata senza lasciarmi rimpianti, senza accumularne tra le cose non dette e che invece avrei voluto dire. Non ci sono parole non dette, non ci sono cose non fatte. C'eri tu e c'ero io e c'era il nostro modo di completarci l'un l'altro. Non c'era il mondo, non c'era ingiustizia, non c'era il male e ora non c'è nemmeno il rimpianto.

Mi mancherai come non mi è mai mancato nessuno e te lo giuro, Coin, sto provando a non piangere. E' che vicino a te la vita sembrava un po' meglio di quel è in realtà, e le tue parole non lasciavano spazio a repliche, certe e sicure com'erano delle mezze verità che mi dicevi di continuo. Ma la verità vera è che non mi abituerò mai all'idea di non trovarti più sul divano tornando a casa, perchè a te, alla tua presenza costante nella mia vita, al nostro rapporto, al tuo modo di farmi sentire, invece, mi ci sono abituata subito. 

I morti non sono degli assenti, sono degli invisibili e so che continuerai ad esserci e a stringermi quando ne avrò bisogno, ma mi perdonerai se ti dico che la vita mi fa un po' più schifo di prima ora che ti hanno sparato. Ti amerò sempre, nel nostro modo che non pretende nulla e non si aspetta nulla. Tu però, magari, aspettami.

martedì 9 aprile 2013

Love Stoned

A furia di stare con Baiko odio la gente che non sa cosa vuole. La odio proprio, dal profondo del cuore, e l'odio è direttamente proporzionale all'amore che provo per gli stessi. Il meccanico mi sta cambiando, giorno dopo giorno, quasi fossi uno dei suoi ingranaggi. Mi domando quanto ci metterà a fare di me una delle tante cose che non sa guidare. E' probabile che non si renda conto dell'influenza che esercita sul cervello e sul cuore di un medico spezzato, corrotto, esploso. E non appena dimentico cosa mi abbia fatto tanto male da portarmi quasi a gettare la spugna, ecco che i ricordi ritornano, ritornano Lars e con lui Dorian, ritorna Huck per caso al Crazy Horse. 

Lars. L'ho eluso, è ovvio. L'ho capito quando mi ha detto che io e Dorian siamo diversi, come se implicitamente si fosse chiesto come Dorian avesse potuto avvicinarsi così tanto, se poi era tanto, a me. Non lo so cosa fossero loro due, ma mi è sembrato che lui volesse farmi entrare nella sua vita per sopperire e ricordare. Non sono forte quanto Dorian, non ho il coraggio di farmi prendere a botte, io. Lo abbiamo amato entrambi quel ragazzo viziato di Gandhi e credo non smetterà mai di mancarci perchè con lui si poteva scoprire di essere qualcosa di diverso, si poteva conoscere un pezzo in più di noi stessi. L'ho trattato male, il Touzi, appena l'ho visto l'ho attaccato per non sentirmi attaccata prima, a mia volta, eppure lui non mi ha voltato le spalle. 

Huck. Si fa trovare sullo zerbino di casa con un mazzo di fiori in mano, poi sparisce, lo ritrovo e mi spaccia per una che ha adescato la sera prima. Cosa di lui mi porti a volergli stare vicino sempre, a farmelo mancare nonostante i nostri continui battibecchi non lo scoprirò mai e credo per lui sia lo stesso. Perchè mi allontani ogni volta, perchè mi spinga a non cercarlo, a non aspettarlo invece l'ho capito. Non è in grado di gestire la sua vita, non vuole trascinarmi in basso quanto è finito lui, passando come sta facendo ora, da aguzzino ad aguzzino. Me lo dicesse sul serio, credendoci, essendo realmente convincente forse lo farei. Il fatto è che non lo vuole nemmeno lui. Tesserò e disferò la tela ogni notte che Baiko non ci sarà a scaldarmi il letto e a dirmi che io sono una specie di dono, una possibilità, una specie di rivincita. 

Distribuisco pezzi del mio cuore donandoli a persone che non li vogliono. Ma è sul serio così sbagliato?